Presentazione


Non bisogna certamente essere un genio del computer ne tantomeno un affermato romanziere per aprire un blog dove poter parlare e confrontarsi con persone che condividono gli stessi interessi, le stesse passioni e talvolta, perchè no, per potere riflettere "a voce alta".
Navigando un po su internet ed anche su altri blog, mi sono accorto che ne esistono alcuni davvero particolari ed anche molto interessanti, gestiti da persone competenti, che spero prima o poi, passeranno anche dal mio per fare qualche commento, o anche soltanto per muovere qualche critica costruttiva che serve sempre per accrescere il proprio bagaglio culturale.
Per non dilungarmi molto ( e magari stancare chi legge), do le informazioni principali, e cioè i dati anagrafici! Io sono Giuseppe, vivo e "lavoro" a Messsina, e ho 19 anni ( a breve 20).
Sono stagista presso un ristorante di Messina molto vicino casa, come "aiutocuoco".
Tra le mille passioni che ho avuto nella mia vita, (non mi sono mai fatto mancare nulla), ho provato qualunque tipo di sport e sono stato "contaggiato" da innumerevoli interessi: la moda, la fotografia, il disegno; per ultimo in ordine cronologico ma non certo di importanza, quello della cucina, inizialmente vissuto più per "gioco e diletto", ma che col tempo, ho capito essere qualcosa di più importante.
Certo non è facile per un ragazzo come me che non ha frequentato la scuola alberghiera, né tantomeno proviene da una famiglia di ristoratori, farsi strada in questo tanto fantastico, quanto difficile e complicato mondo.
Molti potrebbero pensare che siano frasi fatte, ma è vero: ci vogliono tanti sacrifici e dedizione, riuscire a non demoralizzarsi per nessun motivo ed andare sempre avanti: non aggirando gli ostacoli ma affrontandoli. Sebbene io sia ancora all'inizio, lavoro infatti solo da qualche mese, ho capito che non è tutto "rosa e fiori". Ciò che gira intorno alla ristorazione ed in generale al mondo della cucina. Si deve essere sempre pronti ad accettare una "sconfitta", che però non è mai esclusivamente un fatto negativo, perchè aiuta a crescere ed ad imparare dai propri errori.
Questo è proprio quello che voglio fare io in questo blog: capire i miei errori, i miei sbagli e se possibile cercare (con l'aiuto di persone più esperte di me) di migliorarmi.
Oltre chiaramante a ricette e discussioni inerenti la cucina in senso stretto, ultimamente mi sono molto appassionato alla scrittura di recensioni di ristoranti più o meno noti che verranno inserite in una sezione apposita del blog.
Con questa ultima notizia, termina qui la mia presentazione ( sembra quasi la battuta finale di Giorgino al tg1) e quanto prima inserirò le prime ricette e le prime recensioni.
Un saluto a tutti
Giuseppe
Benvenuto nel mio Spaces!

domenica 21 dicembre 2008

Park restaurant Villa Liga

Nonostante il calendario dica che l’autunno si è già insediato da un pezzo, per la ricorrenza di Ogni Santi, il clima ha fatto a tutti i messinesi un grossissimo regalo: una giornata praticamente estiva.
Complice il bel tempo e la temperatura mite, con la mia famiglia decidiamo di andare nella casa estiva, a Falcone in provincia di Messina per stare un po’ all’aria aperta e poi di mangiare qualcosa nelle vicinanze.
Essendo alcuni locali chiusi per la festività ed altri già pieni, la scelta per il pranzo cade su un ristorante di cui avevamo sentito parlare un gran bene, soprattutto in occasione di un servizio di catering fatto per il festeggiamento dei 50 anni di una nostra amica.
Credendo cosi di non sbagliare e andando, per così dire, “a colpo sicuro”, ci rechiamo al locale, molto facile da raggiungere, trovandosi sulla strada statale ed ampiamente evidenziato nei segnali stradali.
Si trova all’interno di una antica villa, molto grande ed accogliente, con la possibilità, soltanto d’estate, di poter mangiare all’aperto in un giardino davvero immenso e molto ben curato.
Non potendo prevedere a Novembre una giornata cosi mite, i gazebi fuori erano già stati smontati da tempo, quindi veniamo fatti accomodare all’interno di una grande sala, arredata da un tendaggio di colore rosso e giallo con la particolarità della presenza di grossi tronchi di palme a fungere da colonne; davvero caratteristico!!
Il locale è deserto, (forse poi alla fine capiremo anche il perché) quindi, dopo la proposta del cameriere di accomodarci accanto alla porta del bagno, preferiamo scegliere uno dei 100 tavoli apparecchiati (non si sa per quale ragione) leggermente più distante.
“La mise en place” si può definire di livello, anche se, personalmente, all’infinita varietà di forchette e coltelli sul tavolo ne avrei preferita una sola e cambiata per ogni singola portata.
Il cameriere, che non ci ha certamente accolto con grandi sorrisi (in quanto forse era sicuro di trascorrere una giornata di tutto riposo), ci porta i menù, rilegati con una copertina in pelle molto scura, un po’ tetra ma in stile con il locale.
La prima pagina è dedicata ad una breve introduzione sulla storia della villa, voltandola, troviamo scritte a penna i vari piatti divisi per portate. Segnalo la presenza di due menù degustazioni, che non si riveleranno poi tali in quanto le porzioni sono non da degustazione, ma più da menù fisso, uno di carne a 40 euro e uno di pesce a 45. Non viene comunque specificato ne il numero dei piatti di tale percorso ne tantomeno da quali questo sia composto.
Inesistente la carta dei vini tanto che i soli tre rossi presenti ci vengono esposti a voce, e assente la possibilità di riceverlo al calice. Mio padre opta quindi per una bottiglietta da 350 ml dal rincaro davvero esagerato oltre che dalla qualità scadente.
Non essendo mai stato in questo locale opto per il menù degustazione di pesce.
Al momento dell’ordine, cosa che sul menù però non era assolutamente specificata, scopro che è per minimo due persone. Anche in questo caso non capisco la ragione di questa “regola” in quanto il percorso si è articolato in soli 4 piatti davvero di facile composizione e inoltre in sala eravamo presenti soltanto io e i miei genitori.
Alla fine decidiamo con mio padre di prendere il degustazione di pesce insieme, mentre mia madre, più saggiamente ( la scelta si rivelerà anche a livello economico molto più conveniente) di ordinare alla carta.
Per lei una insalata di polipo alle erbe e sapori mediterranei ed un risotto alle verdure. Già dall’antipasto capiamo che sarebbe stato un pranzo tutt’altro che positivo, quantomeno per il servizio. A mia madre, infatti, viene servito come antipasto, non il polipo, ma un cestino di parmigiano con dentro dei gamberetti crudi certamente congelati vista la gommosa consistenza sommersi da funghi tagliati a lamelle e letteralmente inondati di olio. Il cameriere, molto presuntuoso, dopo la segnalazione dello sbaglio, invece di cambiare tranquillamente il piatto, fa vedere a mia madre l’ordinazione con ciò che lui aveva scritto.
A quel punto, per evitare di fare altra polemica, mia madre decide di tenerlo, ma essendo allergica ai funghi, li scarta tutti. Il cestino poi, bagnato dall’olio versato era diventato molliccio e immangiabile, al contrario di ciò che sosteneva il gentil cameriere, e cioè che questo fosse commestibile.
Il risotto con le verdure forse è stato uno dei pochissimi piatti che si può definire discreto, mangiabile.

Passiamo al cosiddetto menù degustazione: L’ antipasto è compsoto da un piatto circolare con al centro un limone decorativo e ai lati dell’insalata di polipo ( non “citrigno” ma davvero duro), dei gamberetti su delle foglie di rucola, 1 fetta di pesce spada marinato e un insalatina di gamberetti con verdure a julienne. Sia i gamberetti, molto gommosi, che il pesce spada poco saporito e sovrastato dal sapore dell’olio davvero eccessivo, erano certamente surgelati, cosa che non era assolutamente anche in questo caso specificata nel menù. Inoltre, non ci vengono nemmeno descritti i piatti, quindi, per così dire, mangiamo totalmente all’oscuro.
Il secondo antipasto è uno sforma tino di asparagi bianchi con crema di acciughe. Discreto ma la crema, come nell’antipasto precedente, era totalmente immersa in un giro di olio, che a mio avviso, era tranquillamente evitabile ed avrebbe reso più delicato l’aspargo ma anche più marcabile il sapore delle acciughe.
Il primo, da vera trattoria e non certamente da ristorante, è un piatto di tagliatelle, industriali ovviamente, con un sugo che solamente alla fine, e solo su nostra richiesta, ci verrà specificato essere stato preparato con dell’ astice.
Onestamente, vista la quantità eccessiva di pomodoro, il sapore dell’astice era davvero impercettibile, tanto da dover chiedere delucidazioni su che tipo di pesce fosse.
Come secondo ci viene servito del mupo al sale, con qualche spina di troppo con contorno di patatine novelle bollite. Pesce buono ma patate congelate: nell’assaggiare la prima, durante la masticazione, mi rimane una scheggia di ghiaccio tra i denti davvero poco gradevole.
Non era compreso nel prezzo il dolce, che comunque decidiamo di non prendere, preferendo una normalissima fetta di ananas dal gusto soddisfacente ma nulla di trascendentale.
Il conto è di euro 138, 90 i menù, 10 euro l’antipasto sbagliato( che potevano pure essere omaggiati visto l’errore nel servizio), 8 euro il risotto, 7,50 euro il coperto, 12 euro l’ananas 4 euro l’acqua e 9 euro il vino.
Non mi sento assolutamente di consigliare questo locale ne riesco a trovare aspetti positivi in un pranzo dalla qualità appena sufficiente e dal servizio certamente non all’altezza e davvero poco disponibile e cortese

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