Presentazione


Non bisogna certamente essere un genio del computer ne tantomeno un affermato romanziere per aprire un blog dove poter parlare e confrontarsi con persone che condividono gli stessi interessi, le stesse passioni e talvolta, perchè no, per potere riflettere "a voce alta".
Navigando un po su internet ed anche su altri blog, mi sono accorto che ne esistono alcuni davvero particolari ed anche molto interessanti, gestiti da persone competenti, che spero prima o poi, passeranno anche dal mio per fare qualche commento, o anche soltanto per muovere qualche critica costruttiva che serve sempre per accrescere il proprio bagaglio culturale.
Per non dilungarmi molto ( e magari stancare chi legge), do le informazioni principali, e cioè i dati anagrafici! Io sono Giuseppe, vivo e "lavoro" a Messsina, e ho 19 anni ( a breve 20).
Sono stagista presso un ristorante di Messina molto vicino casa, come "aiutocuoco".
Tra le mille passioni che ho avuto nella mia vita, (non mi sono mai fatto mancare nulla), ho provato qualunque tipo di sport e sono stato "contaggiato" da innumerevoli interessi: la moda, la fotografia, il disegno; per ultimo in ordine cronologico ma non certo di importanza, quello della cucina, inizialmente vissuto più per "gioco e diletto", ma che col tempo, ho capito essere qualcosa di più importante.
Certo non è facile per un ragazzo come me che non ha frequentato la scuola alberghiera, né tantomeno proviene da una famiglia di ristoratori, farsi strada in questo tanto fantastico, quanto difficile e complicato mondo.
Molti potrebbero pensare che siano frasi fatte, ma è vero: ci vogliono tanti sacrifici e dedizione, riuscire a non demoralizzarsi per nessun motivo ed andare sempre avanti: non aggirando gli ostacoli ma affrontandoli. Sebbene io sia ancora all'inizio, lavoro infatti solo da qualche mese, ho capito che non è tutto "rosa e fiori". Ciò che gira intorno alla ristorazione ed in generale al mondo della cucina. Si deve essere sempre pronti ad accettare una "sconfitta", che però non è mai esclusivamente un fatto negativo, perchè aiuta a crescere ed ad imparare dai propri errori.
Questo è proprio quello che voglio fare io in questo blog: capire i miei errori, i miei sbagli e se possibile cercare (con l'aiuto di persone più esperte di me) di migliorarmi.
Oltre chiaramante a ricette e discussioni inerenti la cucina in senso stretto, ultimamente mi sono molto appassionato alla scrittura di recensioni di ristoranti più o meno noti che verranno inserite in una sezione apposita del blog.
Con questa ultima notizia, termina qui la mia presentazione ( sembra quasi la battuta finale di Giorgino al tg1) e quanto prima inserirò le prime ricette e le prime recensioni.
Un saluto a tutti
Giuseppe
Benvenuto nel mio Spaces!

domenica 21 dicembre 2008

Sagra dei prodotti tipici Siciliani e mercato del contadino

Sagra dei prodotti tipici siciliani e “mercato del Contadino”

La crisi generale che sta attraversando non solo l’Italia, ma anche tutto il resto del mondo, non frena nemmeno nel periodo natalizio in cui, un po’ per l’atmosfera particolare, un po’ per la voglia di comprare almeno qualche regalo ai propri cari, si è più predisposti a spendere qualcosa in più.
Per cercare di risparmiare qualche euro,si deve partire dagli acquisti di prima necessità come quelli alimentari che costituiscono oramai un vero e proprio salasso quotidiano.
Non solo il costo della farina e della pasta sono aumentati, come vogliono fare credere i telegiornali, ma anche altri beni di prima necessità, come la frutta e la verdura stanno raggiungendo molto velocemente prezzi inaccessibili per gran parte delle famiglie.
Per ovviare al “caro vita”, è possibile acquistare i prodotti direttamente dal produttore senza che vi siano quindi costi di spedizioni ed ulteriori rincari.
Non credevo che a Messina esistesse questo tipo di realtà, ma leggendo le notizie sul giornale locale, il mio occhio scorge la locandina di una “Sagra dei prodotti tipici siciliani e messinesi” e cosi decido di andare a curiosare per capire di cosa si tratta. Nell’inserto pubblicitario inoltre viene specificato che acquistando quei prodotti , la nostra spesa avrebbe subito un deciso ribasso.
Entusiasmato da questa notizia, mi dirigo subito verso la Fiera di Messina dove si svolge la manifestazione e rimango piacevolmente colpito dalla notizia che oltre ad essere esposti prodotti tipici locali come il pistacchio di Bronte e le Provole di Montalbano Elicona, vi sono anche numerose aziende agricole associate alla Coldiretti che vendono direttamente la loro frutta e verdura ad un prezzo quasi dimezzato rispetto alla media locale.
La scelta è molto vasta ed è possibile trovare anche particolari oggetti certamente non di uso comune e fabbricati in maniera davvero inusuale.
Ad aprire la carrellata di prodotti messinesi e più in generale siciliani, il Pistacchio di Bronte in varie preparazioni; al naturale, in crema e utilizzato come ingrediente principale di particolari biscotti.


Addentrandoci tra gli stand si possono trovare davvero tante specialità , formaggi stagionati di Montalbano dell’azienda Grattazza, alcuni particolari tomini freschi aromatizzati ed invitanti caciotte e ricotte dell’azienda Santa Mamma di Acquedolci.

Numerose tipologie di creme realizzate con prodotti del territorio e svariate verdure sott’olio biologiche, alcune insolite, come l’aglio.

Qualche passo più avanti ed ecco di fronte a me l’universo affascinante delle api in tutte le sue sfumature: dal semplice miele biologico dei nebrodi alle piccole sculture in cera d’api, alle matite decorate

In un altro padiglione della fiera vi è tutta la parte dedicata al “mercato del contadino” in cui varie cooperative agricole presentano i loro prodotti biologici con la possibilita da parte del consumatore di poterli acquistare ad un prezzo decisamente più basso del normale in quanto vengono totalmente azzerati i costi di trasporto, di distribuzione e quelli derivanti dalla vendita al dettaglio. Inoltre, si ha la certezza e l’assoluta sicurezza che si tratti di alimenti non trattati con additivi chimici e quindi estremamente freschi.
Sono esposti tutti prodotti rigorosamente di stagione e coltivati in campagna e non in serra: limoni, mandarini arance, finocchi, insalate di vario tipo, cavolfiori, broccoli e pomodori, tutti pesati con uno strumento che forse pochi di noi ricordano e che alcuni probabilmente non ne conoscono nemmeno l’esistenza, “la Stadera”

Insieme a frutta e verdura sono ben presentati anche alcuni liquori tipici della regione dell’azienda Rupino Rosso come il rinomato Limoncello.


Una menzione speciale per le tantissime tipologie di marmellate biologiche di varie aziende; gelsi neri, arance amare, mandarino e tante altre, per riuscire a deliziare anche i palati più esigenti


Molto particolare anche lo stand dell’azienda Agriculturale Terra di Santo Stefano che presenta delle “speciali” saponette e bagnoschiumi per il corpo all’olio extravergine di oliva ed aromatizzate alla camomilla, mandorla, bergamotto e mandarino

Per concludere una simpatica mattinata, , per chi avesse fame e la voglia di provare qualcosa di nuovo e genuino, la possibilità di assaggiare tutte le creme ed i formaggi esposti con dei crostini di pane molto saporiti.

Park restaurant Villa Liga

Nonostante il calendario dica che l’autunno si è già insediato da un pezzo, per la ricorrenza di Ogni Santi, il clima ha fatto a tutti i messinesi un grossissimo regalo: una giornata praticamente estiva.
Complice il bel tempo e la temperatura mite, con la mia famiglia decidiamo di andare nella casa estiva, a Falcone in provincia di Messina per stare un po’ all’aria aperta e poi di mangiare qualcosa nelle vicinanze.
Essendo alcuni locali chiusi per la festività ed altri già pieni, la scelta per il pranzo cade su un ristorante di cui avevamo sentito parlare un gran bene, soprattutto in occasione di un servizio di catering fatto per il festeggiamento dei 50 anni di una nostra amica.
Credendo cosi di non sbagliare e andando, per così dire, “a colpo sicuro”, ci rechiamo al locale, molto facile da raggiungere, trovandosi sulla strada statale ed ampiamente evidenziato nei segnali stradali.
Si trova all’interno di una antica villa, molto grande ed accogliente, con la possibilità, soltanto d’estate, di poter mangiare all’aperto in un giardino davvero immenso e molto ben curato.
Non potendo prevedere a Novembre una giornata cosi mite, i gazebi fuori erano già stati smontati da tempo, quindi veniamo fatti accomodare all’interno di una grande sala, arredata da un tendaggio di colore rosso e giallo con la particolarità della presenza di grossi tronchi di palme a fungere da colonne; davvero caratteristico!!
Il locale è deserto, (forse poi alla fine capiremo anche il perché) quindi, dopo la proposta del cameriere di accomodarci accanto alla porta del bagno, preferiamo scegliere uno dei 100 tavoli apparecchiati (non si sa per quale ragione) leggermente più distante.
“La mise en place” si può definire di livello, anche se, personalmente, all’infinita varietà di forchette e coltelli sul tavolo ne avrei preferita una sola e cambiata per ogni singola portata.
Il cameriere, che non ci ha certamente accolto con grandi sorrisi (in quanto forse era sicuro di trascorrere una giornata di tutto riposo), ci porta i menù, rilegati con una copertina in pelle molto scura, un po’ tetra ma in stile con il locale.
La prima pagina è dedicata ad una breve introduzione sulla storia della villa, voltandola, troviamo scritte a penna i vari piatti divisi per portate. Segnalo la presenza di due menù degustazioni, che non si riveleranno poi tali in quanto le porzioni sono non da degustazione, ma più da menù fisso, uno di carne a 40 euro e uno di pesce a 45. Non viene comunque specificato ne il numero dei piatti di tale percorso ne tantomeno da quali questo sia composto.
Inesistente la carta dei vini tanto che i soli tre rossi presenti ci vengono esposti a voce, e assente la possibilità di riceverlo al calice. Mio padre opta quindi per una bottiglietta da 350 ml dal rincaro davvero esagerato oltre che dalla qualità scadente.
Non essendo mai stato in questo locale opto per il menù degustazione di pesce.
Al momento dell’ordine, cosa che sul menù però non era assolutamente specificata, scopro che è per minimo due persone. Anche in questo caso non capisco la ragione di questa “regola” in quanto il percorso si è articolato in soli 4 piatti davvero di facile composizione e inoltre in sala eravamo presenti soltanto io e i miei genitori.
Alla fine decidiamo con mio padre di prendere il degustazione di pesce insieme, mentre mia madre, più saggiamente ( la scelta si rivelerà anche a livello economico molto più conveniente) di ordinare alla carta.
Per lei una insalata di polipo alle erbe e sapori mediterranei ed un risotto alle verdure. Già dall’antipasto capiamo che sarebbe stato un pranzo tutt’altro che positivo, quantomeno per il servizio. A mia madre, infatti, viene servito come antipasto, non il polipo, ma un cestino di parmigiano con dentro dei gamberetti crudi certamente congelati vista la gommosa consistenza sommersi da funghi tagliati a lamelle e letteralmente inondati di olio. Il cameriere, molto presuntuoso, dopo la segnalazione dello sbaglio, invece di cambiare tranquillamente il piatto, fa vedere a mia madre l’ordinazione con ciò che lui aveva scritto.
A quel punto, per evitare di fare altra polemica, mia madre decide di tenerlo, ma essendo allergica ai funghi, li scarta tutti. Il cestino poi, bagnato dall’olio versato era diventato molliccio e immangiabile, al contrario di ciò che sosteneva il gentil cameriere, e cioè che questo fosse commestibile.
Il risotto con le verdure forse è stato uno dei pochissimi piatti che si può definire discreto, mangiabile.

Passiamo al cosiddetto menù degustazione: L’ antipasto è compsoto da un piatto circolare con al centro un limone decorativo e ai lati dell’insalata di polipo ( non “citrigno” ma davvero duro), dei gamberetti su delle foglie di rucola, 1 fetta di pesce spada marinato e un insalatina di gamberetti con verdure a julienne. Sia i gamberetti, molto gommosi, che il pesce spada poco saporito e sovrastato dal sapore dell’olio davvero eccessivo, erano certamente surgelati, cosa che non era assolutamente anche in questo caso specificata nel menù. Inoltre, non ci vengono nemmeno descritti i piatti, quindi, per così dire, mangiamo totalmente all’oscuro.
Il secondo antipasto è uno sforma tino di asparagi bianchi con crema di acciughe. Discreto ma la crema, come nell’antipasto precedente, era totalmente immersa in un giro di olio, che a mio avviso, era tranquillamente evitabile ed avrebbe reso più delicato l’aspargo ma anche più marcabile il sapore delle acciughe.
Il primo, da vera trattoria e non certamente da ristorante, è un piatto di tagliatelle, industriali ovviamente, con un sugo che solamente alla fine, e solo su nostra richiesta, ci verrà specificato essere stato preparato con dell’ astice.
Onestamente, vista la quantità eccessiva di pomodoro, il sapore dell’astice era davvero impercettibile, tanto da dover chiedere delucidazioni su che tipo di pesce fosse.
Come secondo ci viene servito del mupo al sale, con qualche spina di troppo con contorno di patatine novelle bollite. Pesce buono ma patate congelate: nell’assaggiare la prima, durante la masticazione, mi rimane una scheggia di ghiaccio tra i denti davvero poco gradevole.
Non era compreso nel prezzo il dolce, che comunque decidiamo di non prendere, preferendo una normalissima fetta di ananas dal gusto soddisfacente ma nulla di trascendentale.
Il conto è di euro 138, 90 i menù, 10 euro l’antipasto sbagliato( che potevano pure essere omaggiati visto l’errore nel servizio), 8 euro il risotto, 7,50 euro il coperto, 12 euro l’ananas 4 euro l’acqua e 9 euro il vino.
Non mi sento assolutamente di consigliare questo locale ne riesco a trovare aspetti positivi in un pranzo dalla qualità appena sufficiente e dal servizio certamente non all’altezza e davvero poco disponibile e cortese

Trattoria Mokarta

10 novembre
Trattoria Mokarta 2 passaggio
Cena dell’8 novembre 2008.

Secondo passaggio in questa trattoria\ristorante a Messina.
Fidandoci del nostro istinto e di molti pareri positivi inerenti anche ai piatti del ristorante, decidiamo di assaggiare il rinomato antipasto misto della casa.
Essendo però anche molto “tradizionalisti”, preferiamo prendere anche due pizze, una “caprese” ed una “peloritana” (sarebbe una margherita con verdure grigliate) che si riveleranno come al solito ottime.
Come in occasione delle visita precedente, rimaniamo particolarmente colpiti dalla gentilezza e dalla cortesia del servizio sempre attento e puntuale.
Ci viene immediatamente servito un cestino con del pane casareccio, croccante e saporito, ottimo per accompagnare l’antipasto.
In concomitanza vengono portate anche due bottiglie di acqua minerale, una naturale ed una frizzante ed una birra Warfteiner.
Nonostante il locale non fosse particolarmente affollato, i tempi di attesa diversamente dalla volta scorsa sono stati un pò lunghi considerando l’ordinazione presa intorno alle 8:45, le prime portate servite intorno alle 9:30 e le pizze intorno alle 9:45.
Forse, visto il riscontro positivo e la buona fama che pian piano sta acquisendo il locale, consiglierei di aumentare forse il numero del personale in cucina, non adeguato a sfornare tutte quelle portate in tempi accettabili.
Va comunque rilevato che il cameriere si è scusato più volte con noi del ritardo, cosa che non è poi così frequente
Finalmente arrivano gli antipasti all’italiana composti da un arancino al burro, una frittella di ricotta, un cubetto di frittata di patate, involtini di zucchine e peperoni “ammollicati”.
A detta dei commensali molto buono e “sostanzioso”
Dopo un po’ arrivano anche le pizze croccanti ma allo stesso tempo morbide e molto saporite e ben condite.
Non prendiamo il dolce anche perché ormai si è fatto abbastanza tardi e chiediamo il conto che ci viene subito portato.
Rapporto qualità prezzo molto buono considerando un totale di 45 euro per 2 antipasti, due pizze, due bottiglie di acqua e due birra da 0,5lt ciascuna.

Fratelli La Bufala

Ristorante – Pizzeria Emigranti Fratelli La Bufala

Cena del 29\11\2008

Incuriositi dalla gran folla che ogni sera si accalca di fronte a questo nuovo locale di Messina, decidiamo con la mia famiglia di provare questa rinomata pizzeria e precisamente la pizza con la mozzarella di Bufala.
Il locale è situato in una zona non troppo frequentata e questo agevola di molto la ricerca del parcheggio che risulta essere più difficoltoso nelle zone centrali.
Nonostante questo però non si può dire che il posto dove questa è situata sia brutto, anzi tutt’altro: nelle belle sere di estate è possibile cenare ammirando le bellissime navi da crociera che con le loro luci creano una atmosfera davvero incredibile.
Arriviamo al ristorante alle 20:15 e già il locale è tutto pieno ma purtroppo non accettano prenotazioni e quindi veniamo fatti accomodare nell’unico tavolinetto disponibile proprio di fronte alla porta del bagno, rimanendo però fiduciosi che la qualità delle pizze ripagherà a pieno tale scomodità.
Il locale è molto carino all’interno: le pareti sono tappezzate di murales che ricordano la Bufala ed anche i lampadari hanno questa particolare forma.
Il servizio è molto rapido, forse troppo se ripenso che ci siamo seduti, abbiamo ordinato e mangiato in soli 20 minuti con tutto il locale pieno.
Ci vengono portati i menu in cui sono presenti oltre alle pizze (10 in tutto) anche diversi piatti di primi secondo ed insalata: in ogni preparazione è presente la mozzarella di bufala o comunque altro formaggio derivato.
Ordiniamo una margherita, una genuina (pomodoro fresco e mozzarella di bufala) ed una soltanto pomodoro e verdure grigliate. Queste ultime, ci viene detto dal cameriere, non erano disponibili anche se poi, uscendo dal locale, le vedremo in bella mostra sul bancone nei loro piatti da portata.
Da bere acqua frizzante ed una birra: già il primo intoppo, viene servita acqua naturale ed essendo già stata aperta non è stato possibile cambiarla cosicché siamo costretti ad ordinarne una aggiuntiva.
Dopo solo 5 minuti ecco in tavola le pizze: quella di mia madre errata per la presenza della mozzarella da lei espressamente richiesto di non mettere.
Poco male perché, non essendo stata forse tropo in forno e non essendosi quindi squagliata, si toglie molto facilmente come del resto anche in quella mia e di mio padre, tanto che risulta molto difficile tagliarla senza che il formaggio vada via dalla pasta della pizza.
Il sapore della bufala purtroppo è impercettibile, sempre che quella lo fosse; l’unico aspetto positivo della serata era la base della pizza, croccante ma allo stesso tempo soffice.
I l servizio non riesce a gestire la gran moltitudine di persone e spesso inceppa in errori di ordinazioni come nel nostro caso. Inoltre, proprio come nei fast food, non si ha il tempo di finire di mangiare che già il cameriere è pronto a portarti il conto e a farti alzare per permettere alle persone che attendono fuori di accomodarsi.
Non consiglio assolutamente questo locale, ed onestamente se devo mangiare una pizza fast and furios con mozzarella di bufala che forse non lo è, preferisco mangiare una pizza normale in un posto più tranquillo e dove non si è costretti a mangiare così rapidamente

La "stellata" Capinera

19 dicembre
La "stellata" Capinera

A distanza di soli due mesi dalla mia ultima visita all’amico e chef del Ristorante la Capinera di Taormina, Pietro d’Agostino, ritorno alla carica, ma, oltre che con per assaggiare nuove preparazioni, anche per potere fare gli auguri di persona a tutto lo staff per il raggiungimento della prestigiosa Stella Michelin
Ed ecco che in una bellissima giornata di Dicembre, mi dirigo verso il ristorante dove mi attendono, sempre con la consueta cortesia e familiarità, lo chef Pietro e sua sorella Cinzia nelle vesti di Maitre e Sommelier.




Il locale è rimasto uguale a prima come anche la mise en place, sempre molto sobria ma allo stesso tempo di gran tono.
Pietro, da perfetto padrone di casa, si sofferma con me a parlare un po’ e cosi cogliamo l’occasione per festeggiare con delle ottime bollicine, STEINBRUCK RESERVE 2003, il mio compleanno ed alla prima, ma certamente non ultima, stella Michelin, che comunque, cosa che purtroppo spesso succede, non sembra avergli montato la testa. Per l’occasione, mi viene preparato un menù “degustazione speciale” che si rivelerà e concretizzerà in una serie di portate davvero squisite.
Non mancano nemmeno questa volta i lunghissimi grissini e le innumerevoli tipologie di piccoli panini e focaccine farcite ed aromatizzate con pomodorini, patate, semi di papavero, nero di seppia, origano.
Per accompagnare il pasto prendo soltanto due bottiglie di acqua, una minerale ed una frizzante.
Il percorso comincia:
Appetizer
Passatina di ceci di Leonforte, menta, colatura di alici,e gambero di Mazzara del Vallo


Cecio biologico della provincia di Enna particolarmente dolce e dal sapore non troppo forte che rende il tutto molto delicato, impreziosito dal profumo della menta fresca, del curry e dal gambero crudo posto al centro del piatto. In perfetta armonia con il resto degli ingredienti la colatura di alici che conferiva un ottimo sentore di affumicato.
Entrè
Crudo di Pesce: Pesce spada e tonno marinato all’olio di oliva e sale di Mozia, gambero con insalatina di arance e zenzero e julienne di calamaro




Classico intramontabile che però non lascia mai certamente insoddisfatti, anzi tutt’altro.
Il pesce per la sua freschezza, non necessita di aromatizzazioni particolari e cosi può essere gustato in tutta la sua essenza. Il sale di Mozia, noto per la sua dolcezza, forma un ottimo connubio con l’arancia e lo zenzero.



Entrè
Gambero in crosta di pistacchi di Bronte, toast di gambero avvolto nel lardo di suino nero dei Nebrodi, crema di broccoli di rapa, pomodorino confit e rosmarino.

In questo piatto lo Chef vuole esaltare due prodotti locali tra i più conosciuti ed apprezzati: il famoso pistacchio di Bronte e la carne del Suino nero dei Monti Nebrodi, da qualche anno ormai diventato anche un presidio Slow Food.
Perfetto accostamento quello tra il gambero e la crosta data dalla panatura del pistacchio, forse più azzardato e per palati decisamente più abituati quello tra il gambero ed il lardo.
A dare freschezza al piatto la crema di broccoli e il pomodorino confit che ripuliscono perfettamente la bocca in attesa della successiva portata.

Primo

Insalatina di riso nero selvatico biologico, pinoli, pistacchi di Bronte, polpo arrosto e salsa ai pistilli di zafferano Siciliano.

Un riso dal sapore intenso che ben si accosta al polpo arrostito, cottura che non rende gommosa la sua carne e ne sprigiona a pieno gli aromi. Zafferano molto presente nella cucina della Capinera che lega ed amalgama i due sapori.



2° Primo

Spaghetti di Gragnano pastificio Latini, con ragù di dentice, olive di Gaeta, pomodoro datterino, finocchietto selvatico e mollica abbrustolita.


Un omaggio alla freschezza ed alla qualità dei prodotti senza manipolazioni ed ulteriori aggiunte.
La pasta infatti viene amalgamate al sugo con la sua stessa acqua di cottura, ricca di amido che conferisce cremosità al piatto. Cottura della pasta al dente come piace a me.
I tocchetti di dentice risultano essere morbidi, carnosi. Ma non disfatti. Interessante l’aggiunta della mollica abbrustolita che rende il piatto “croccante” e il finocchietto selvatico ad aggiungere ulteriore senso di freschezza.


Secondo

Filetto di dentice al forno, crema di zucchine, cialda di farina di ceci e carciofo ripieno.

Presentazione pulita per un piatto altrettanto semplice ma gustoso. Il dentice e cotto al forno ( forse qualche secondo in meno non avrebbe guastato) cosi che la carne risulta essere molto morbida ma non stopposa e che ben si sposa con la crema di zucchine
Il carciofo anch’esso cotto al forno insieme al dentice è impreziosito dal ripieno che non ne nasconde comunque il sapore. La cialda movimenta tutto il piatto con la sua croccantezza.

Purtroppo il viaggio sta per concludersi ma Pietro ci vuole ancora stupire con qualche chicca:

Predessert
Sorbetto all’arancia, cialda di zucchero caramellato e rondelle di fico d’india.

Ottimo l’accostamento dell’arancia e del fico d’india non troppo dolce per preparare il palato alle vere dolcezze. Sorbetto cremoso ma non liquido e senza alcun cristallo di ghiaccio.

Dessert
Tortino al pistacchio, creme brulè profumata alla vaniglia e soufflè al cioccolato dal cuore morbido.

Per tutti i golosi questo è certamente il momento migliore del pasto. Tortino al pistacchio di bronte soffice e friabile, creme brulèe molto profumata e ben calda, soufflè al cioccolato valrhona molto ben preparato con l’interno caldo e dalla consistenza molto soffice e quasi areata.

Per chiudere un pasto molto interessante, un buon caffè con vari zuccheri e accompagnato dalla piccola pasticceria con biscottini di frolla, cantucci, mandorle pralinate, bon bon al cioccolato, praline al cioccolato.
Ancora una volta lo Chef e tutto lo staff riescono a far vivere una esperienza davvero piacevole ed appagare a pieno il palato con preparazioni particolari ed accostamenti “divertenti”